Spesso sugli scaffali dei supermercati troviamo l'olio extravergine d'oliva a dei prezzi veramente convenienti. Il prezzo è invitante ma occorre fare molta attenzione alla scelta.
La premessa è che costa produrre olio e quindi deve costare.
Dietro la sua produzione ci sono dei costi notevoli, dovuti soprattutto alla manodopera, tali da rendere impossibili alcuni prezzi che sarebbero sottocosto. Quale azienda venderebbe l'olio a 4 euro se per produrlo ne occorrono di più?
L'olio che costa meno di 6 euro al litro non è olio extravergine d'oliva italiano.
Il suo prezzo medio si aggira sui 7 euro, quando il prezzo è molto più basso si possono formulare 3 ipotesi:
- l'olio non è italiano ma bensì importato da altri stati
- l'olio non è dell'ultima annata ma bensì fa parte delle rimanenze degli anni passati
- l'olio non è extravergine d'oliva
Di vitale importanza, quindi, risulta essere l'etichetta informativa in cui sono riportate le informazioni, utili per capire se l'olio è buono o no.
Per prima cosa, controlliamo la presenza di scritte come, ad esempio, "ottenuto da olive italiane", "ottenuto da olive coltivate in Italia" o semplicemente "Prodotto Italiano".
Per i miscugli di provenienza straniera sarà specificato se si tratta di:
"miscele di oli di oliva comunitari"
"miscele di oli di oliva non comunitari"
"miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari”
In secondo luogo, controlliamo sempre la data di scadenza, ancor meglio se è riportata la campagna di raccolta. Per esempio, se troviamo scritto c.o. 2015 o 2015/2016, vuol dire che le olive sono state raccolte a fine 2015 e quindi per la regola dei 18 mesi il prodotto mantiene le sue proprietà inalterate fino a giugno 2017.
Purtroppo, l'aspetto riguardante l'acidità dell'olio non è facile da definire a priori ma solo un palato fino riuscirebbe, una volta assaggiato, ad accorgersi dei difetti che questo presenta.
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